Il controllo di gestione e la rotta da seguire
Il controllo di gestione e la rotta da seguire
Si parla e si scrive di controllo di gestione da molti anni, ma nella pratica le aziende che ne fanno un utilizzo pieno e concreto sono veramente poche e per lo più di medie e grandi dimensioni.
Questa caratteristica della dimensione viene spesso usata come scusante, da chi sostiene che il controllo di gestione è prerogativa delle grandi aziende e soprattutto di quelle a matrice industriale.
Tuttavia, il tessuto economico italiano è caratterizzato principalmente da microimprese, quindi da aziende che hanno meno di 10 persone impiegate e realizzano un fatturato annuo oppure un totale di bilancio annuo non superiori a 2 milioni di euro.
È quindi da escludere a priori che a queste aziende non si possano applicare le tecniche del controllo di gestione.
Ma perché è così importante?
Perché non possiamo permetterci di non avere una rotta tracciata, altrimenti, inevitabilmente ci perderemo…
Ma il controllo non è obbligatorio… Veramente è così?
D.lgs. 12 gennaio 2019 nr.14 conosciuto come codice della crisi di impresa e dell’insolvenza: L’articolo 375 riforma l’articolo 2086 del Codice civile il quale al secondo comma recita:
“L'imprenditore, che operi in forma societaria o collettiva, ha il dovere di istituire un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell'impresa, anche in funzione della rilevazione tempestiva della crisi dell'impresa e della perdita della continuità aziendale, nonché di attivarsi senza indugio per l'adozione e l'attuazione di uno degli strumenti previsti dall'ordinamento per il superamento della crisi e il recupero della continuità aziendale”.
È fondamentale precisare che il citato articolo così riformato è “operativo” dal 16 marzo 2019.
Ancora più utile è ricordare che la norma in questione non riguarda le imprese in crisi, bensì tutte le imprese, piccole o grandi, in qualunque forma societaria costituite.
Il principio fondamentale a cui si ispira è l’introduzione di un principio di corretta e sana conduzione dell’impresa, la promozione di una cultura imprenditoriale, e una più attenta gestione e prevenzione delle possibili degenerazioni.
Dalla lettura del testo emergono due assunti fondamentali:
I) La crisi può costituire un evento che entra a far parte della vita dell’impresa e questo non significa che l’azienda debba necessariamente cessare.
II) La crisi dell’impresa è tanto più gestibile e superabile quanto più tempestivamente si intervenga.
Ecco che allora diventa fondamentale istituire un meccanismo che ci permetta di monitorare la nostra impresa, ma non tanto per adempiere ad una norma, ma invece per far si che l’azienda si mantenga sana nel tempo e sia sempre sotto controllo.

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